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Nicola Barraco de Le Iene svela un problema inaspettato sull'incidente di Mestre: "Cosa c'è dietro?"

Una settimana fa, la serenità di Mestre, Venezia, è stata sconvolta da un evento drammatico. Un autobus carico di turisti è precipitato da un cavalcavia causando la morte di ben ventuno persone e ferendone altre quindici. Tuttavia, in mezzo a questo scenario d'orrore, sono emerse alcune figure eroiche che non hanno esitato a prestare soccorso. Nicola Barraco, un giornalista de 'Le Iene', ha avuto l'opportunità di intervistarli e raccontare le loro storie.

I veri eroi di Mestre

Bujar Bucaj, Boubacar Tourè e Godstime Erheneden, tre semplici cittadini che si sono trovati nel luogo sbagliato al momento giusto, hanno dimostrato grande coraggio e solidarietà. Non sono soccorritori professionisti, ma gente comune che ha dato una mano in un momento di estrema necessità. Nicola Barraco ha voluto mettere in luce queste storie, evidenziando le sfide che hanno affrontato e le situazioni di cui non si è ancora parlato.

Una delle storie più emozionanti è quella di Bujar, che senza alcun attrezzo è riuscito a salvare due fratelli, un ragazzo di tredici anni e una bambina di nove. Le immagini che hanno circolato sui social mostrano Bujar in azione, pronto ad aiutare fin da subito. "Dopo quattro minuti dal mio intervento, sono iniziate le fiamme. La cosa più grave è che, in pochi minuti, tutte le persone presenti lì potevano fare tutto, tirare fuori tutti. Magari sarebbero morti lo stesso, ma almeno avremmo fatto il nostro dovere", ha dichiarato Bujar, sottolineando che molte persone presenti sul posto non hanno aiutato e alcune hanno addirittura fatto solo dei video.

Anche Godstime ha avuto un ruolo fondamentale nella tragedia. "Ho allungato il collo e ho visto il bus che cadeva", ha raccontato. Subito è corso a dirlo a Boubakar e Odion, i suoi coinquilini. Tutti e tre, che abitano in un appartamento proprio di fronte al luogo dell'incidente, si sono precipitati ad aiutare. "Il pullman era per terra, c'era il fumo e anche il fuoco", ha raccontato Boubacar.

Il ruolo degli spettatori inattivi

Mentre questi eroi anonimi si prodigavano per salvare vite umane, molti altri presenti sul posto si limitavano a scattare foto e registrare video. "E nel frattempo, sempre più persone filmano", ha spiegato Barraco. Solo alcune persone avrebbero cercato di contribuire a spegnere le fiamme in attesa dei vigili del fuoco. Fortunatamente, poco dopo sono arrivati i soccorritori professionisti e i cittadini coraggiosi hanno potuto aiutarli.

Barraco ha voluto porre l'attenzione su un altro problema emerso in seguito alla tragedia. Molti hanno definito questi soccorritori eroi, ma spesso si è sottolineato il loro background etnico. "Se i tg parlano di immigrati africani, i giornali sottolineano che Bujar viene dal Kosovo. Ma è davvero così importante sapere dove sono nati? È il colore delle bandiere e della pelle a distinguerci, o, piuttosto, a renderci diversi è il senso civico che abbiamo di fronte a una tragedia?", si è chiesto Barraco.

Il seguito della tragedia

I passeggeri sopravvissuti sono ricoverati in diversi ospedali del Veneto, alcuni stanno migliorando mentre altri sono ancora in terapia intensiva. Un ragazzo tedesco è già stato dimesso, ma purtroppo la sua bambina non ce l'ha fatta. "Se sono ancora qui, è stato per un angelo custode", ha dichiarato il ragazzo, dimostrando un grande coraggio. E questo, senza dubbio, non ha bandiere né confini.