Uno studio dell'UCLA ha scoperto che gli squali megalodonti preistorici, una specie estinta di squalo macchiato che visse circa 23-3,6 milioni di anni fa, potrebbero essere scomparsi a causa della loro temperatura interna e dei predatori circostanti. Questi predatori erano a sangue caldo e potrebbero non aver potuto competere con grandi predatori come lo squalo bianco per catturare le prede. La scoperta potrebbe fornire informazioni sulla sopravvivenza degli squali che ancora popolano i nostri oceani e sulle vulnerabilità dei grandi predatori marini negli ecosistemi oceanici moderni che subiscono gli effetti del cambiamento climatico.
Di cosa parliamo in questo articolo...
- Gli squali megalodonti sono scomparsi a causa della loro temperatura interna e dei predatori circostanti
- Lo studio del megalodonte fornisce informazioni sulla sopravvivenza degli squali che ancora popolano i nostri oceani
- Il megalodonte poteva mantenere una temperatura corporea elevata
- Il vantaggio evolutivo dello squalo potrebbe anche aver contribuito al suo declino
- Lo studio potrebbe aiutarci a capire le vulnerabilità dei suoi cugini odierni, come lo squalo bianco.
VULNERABILITÀ DEGLI SQUALI MARI: UN NUOVO STUDIO SVELA LA POSSIBILE CAUSA DELL’ESTINZIONE DEGLI SQUALI MEGALODONTI
Nuove ricerche suggeriscono che gli squali megalodonti preistorici potrebbero essere estinti a causa della loro temperatura interna e dei predatori circostanti. Uno studio recente degli studiosi dell'Università della California, Los Angeles (UCLA), ha portato alla luce che questi squali maculati potrebbero essere scomparsi perché erano animali a sangue caldo e non potevano competere con intrusi come lo squalo bianco nella caccia alle prede. Il megalodonte, una specie estinta di squalo che visse circa 23-3.6 milioni di anni fa, aveva dimensioni che potevano raggiungere anche i 50 piedi. L'analisi dei loro grandi denti suggerisce che questi predatori non erano neanche a sangue freddo. Inoltre, i megalodonti potrebbero essere stati in grado di autoregolare la temperatura corporea, il che potrebbe aver portato alla loro estinzione.
Lo studio della vulnerabilità degli squali predatori come il megalodonte può fornire informazioni utili per capire come gli attuali grandi predatori marini stiano reagendo all'effetto del cambiamento climatico in corso. Il megalodonte, con una temperatura corporea che era circa 13 gradi Fahrenheit più calda dell'acqua circostante, poteva muoversi più velocemente, tollerare acque più fredde e diffondersi in tutto il mondo. Tuttavia, il team dell'UCLA sostiene che questo vantaggio evolutivo potrebbe aver anche contribuito al declino degli squali megalodonti. Il raffreddamento globale iniziò circa 5,33 milioni di anni fa e si concluse 2,58 milioni di anni fa. Questi cambiamenti ecologici fecero sì che il megalodonte stesse utilizzando maggiori livelli di energia per mantenere la sua temperatura corporea rispetto allo squalo bianco.
"Mantenere un livello di energia che consentirebbe la temperatura corporea elevata del megalodonte richiederebbe un'appetito vorace che potrebbe non essere sostenibile in un periodo di equilibri dell'ecosistema marino in cambiamento, quando potrebbe dover competere contro nuovi arrivati come lo squalo bianco", ha affermato Robert Eagle, professore associato dell'UCLA di scienze atmosferiche e oceaniche e membro dell'Istituto di ambiente e sostenibilità dell'UCLA.
Gli scienziati hanno analizzato gli isotopi dell'emaillo del dente degli antichi squali, utilizzando spettrometri di massa e modelli statistici per raggiungere queste conclusioni. Questa scoperta potrebbe fornire a noi esseri umani una grande quantità di informazioni per comprendere la sopravvivenza degli squali che ancora popolano i nostri oceani e quali fattori possano influenzare la stabilità del loro ecosistema. Il team dell'UCLA sta valutando l'applicazione di questo stesso approccio analitico per studiare altre specie di squali.
Gli squali megalodonti sembrano essere stati estinti a causa della loro temperatura interna e dei predatori circostanti, secondo uno studio dell'UCLA. Questo dovrebbe portare alla riflessione su come i grandi predatori marini nei nostri oceani moderni rispondono agli effetti del cambiamento climatico. La scoperta potrebbe fornire preziose informazioni sulla sopravvivenza degli squali che ancora popolano i nostri oceani. Come sottolinea lo scienziato Robert Eagle, "lo studio di ciò che potrebbe aver causato l'estinzione del megalodonte potrebbe aiutarci a capire le vulnerabilità dei suoi cugini odierni, come lo squalo bianco". Dunque, lavorare sulla comprensione di ciò che è successo al passato potrebbe essere un'ottima soluzione per migliorare la preservazione di specie simili nel nostro presente.
Gli squali megalodonti preistorici potrebbero essere estinti a causa della loro temperatura interna e dei predatori circostanti, secondo uno studio dei ricercatori dell'UCLA.
Le ricerche sulle cause dell'estinzione degli squali megalodonti ci insegnano molto sulle vulnerabilità degli ecosistemi marini, soprattutto in un periodo di cambiamento climatico globale. Capire come le specie si sono adattate (o non si sono adattate) alle sfide ambientali del passato può aiutarci a proteggere meglio gli squali e altri grandi predatori marini oggi. Cosa pensate delle scoperte degli scienziati dell'UCLA? Qual è il vostro squalo preferito?